Apricena

Informazioni

Apricena è un comune di circa 15.000 abitanti, in Provincia di Foggia, distante 42 km dal Capoluogo.

Di origine medievale, fu fondata dall'imperatore Svevo Federico II dopo una sua giornata di caccia nei boschi circostanti, organizzata con tutta la sua corte al seguito.

E' incluso nel Parco Nazionale del Gargano ed è noto anche per la famosa Pietra di Apricena.

Nella Torre dell'orologio è presente un epigrafe della lapide, risalente al Sec. XIII, dalla quale si evince la fondazione del centro garganico.

Tra le testimonianze storiche vi sono il Castello federiciano, il Palazzo Baronale, la Croce di Piazza dei Mille, il Convento della Villa Comunale, la chiesa Madre dei Santi Lucia e Martino, la chiesa del Rosario, la chiesa della Sacra famiglia.

Storia

Il nome Apricena deriva dal latino Apri coena e significa cena di cinghiale. 

La storia vuole che l'imperatore Federico II in quel luogo fece intavolare un ricco banchetto a base di carne di un enorme cinghiale da lui cacciato nei boschi circostanti.

Alcuni studiosi sostengono che questa città sia stata originata da Uriate nel VII-VIII secolo a.C., a seguito dell'invasione del Gargano degli Illiri Dauni.

Altri studiosi sostengono invece che sia stata originata da un insediamento romano denominato Collatia. 

Il periodo romano è attestato dal ritrovamento di alcune stele funerarie qui rinvenute e da un cippo, sempre funerario.

I primi documenti storici della città di Apricena risalgono all'XI secolo d.C. con la donazione del Casale di Apricena al Monastero Benedettino di San Giovanni In Piano. Il Monastero, distante circa 5 Km. ad ovest dell'attuale centro abitato, ha ospitato, dice la leggenda, anche San Francesco d'Assisi, nel suo pellegrinaggio verso Monte Sant'Angelo e verso la Terra Santa. Si rifugiò tra le sue mura, nella sua fuga dal papato, anche Celestino V, futuro San Pietro da Morrone. Dalla fine del XIII secolo, questo monastero passò ai frati Celestini che lo abitarono sino al XV secolo, ma in seguito al loro trasferimento a San Severo, la struttura fu abbandonata.

Il suo momento di maggior splendore Apricena lo visse con gli Svevi, infatti l'Imperatore Federico II di Svevia la rende parte del proprio demanio, svincolandola da ogni tipo di servitù. Dimorò per lunghi periodi in questa città, qui venne preparata l'alleanza tra Federico II e i ghibellini della famiglia degli Ezzellino da Vicenza e, con ogni probabilità, ad Apricena si cominciò a discutere delle nozze tra Selvaggia di Svevia (figlia di Federico II) e Romano degli Ezzellino. E' attestata la venuta di Federico II in questa città per ben 13 volte e tutte le volte i soggiorni sono stati talmente lunghi da giustificare la ristrutturazione e, per quanto possibile, l'ampliamento del preesistente castello, quello che oggi chiamiamo Palazzo Baronale o Torrione, modificandolo all'esigenze di ospitalità. Federico II era talmente legato a questa terra che nel 1222 riconobbe ai suoi cittadini l'esercizio degli Usi Civici nei territori di Sannicandro, Castelpagano e Civitate (che sorgeva vicino all'attuale San Paolo di Civitate). Con lo stesso atto venne riconosciuto alla città il diritto di tenere mercato il mercoledì di ogni settimana con il relativo sgravio di ogni tassazione.

Con la morte di Federico II e con la caduta di Manfredi, suo figlio, questa terra, come tutto il mezzogiorno d'Italia, passò sotto la dominazione dei francesi: angioini e successivamente degli Aragonesi.

Il 30 di luglio 1627 un terribile terremoto rase quasi completamente al suolo la città di Procina; si contarono circa 900 morti, ma nel giro di due o tre anni venne interamente ricostruita. Ed è proprio in quest'epoca che venne ricostruita l'attuale chiesa matrice dedicata a San Martino e a Santa Lucia. San Martino è stato il primo patrono di Apricena e tale è rimasto sin al XVII secolo quando allo scoppiare della peste in Capitanata Apricena, per volontà popolare, si affidò a San Michele Arcangelo che rimase patrono sino alla prima metà del XX secolo. Oggi San Michele Arcangelo è compatrono con Maria SS Incoronata.

Il brigantaggio post unitario ha visto molti apricenesi nel ruolo di protagonisti, nelle campagne impazzava la banda di L'candrucc' che contava una trentina di aderenti, ma va sottolineato che la maggioranza della popolazione auspicava l'unità della nazione italiana.

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